Marwin Lee beck - Biografia



La biografia di Marwin contiene in sé molti elementi fiabeschi. E’ nato nella città di Buchara, nell'odierno Uzbekistan, durante una delle più spettacolari tempeste di sabbia che è dato ricordare. In quel giorno del lontano 1966 l'antica capitale del misticismo orientale si ricoperse di un sottile manto di sabbia rossa proveniente dal deserto Kyzyl-Kum.
Discendente di una famiglia la cui memoria risale ancora all'epoca del grande Canato di Chazaria, nota per sua straordinaria tolleranza, apertura culturale, osservanza delle antiche tradizioni e dedizione al servizio del prossimo, Marwin, prima di camminare bene già sapeva andare a cavallo - grazie al bisnonno, un leggendario eroe della cavalleria della Prima Guerra Mondiale; e prima di leggere, sapeva distinguere tutte le specie di piante medicinali, grazie alla bisnonna, una guaritrice che ogni anno lo portava con sé nelle splendenti valli di Tian-Shan a raccogliere le "byline" – erbe officinali, e a bere kefir, la mitica bevanda di lunga vita dei pastori nomadi.
A quattro anni Marwin va a vivere a Praga, nel centro di un'altra cultura satura di tradizioni e misticismo. Qui viene per la prima volta avvicinato agli insegnamenti delle scritture e diviene un attentissimo allievo di suo nonno Alvise Dov Liebeck. Ancora ragazzo, a Praga frequenta le prime scuole e ne respira la ricca vita culturale: teatri, mostre, gallerie, concerti. Buie sale di lettura nelle biblioteche pubbliche o stretti labirinti delle librerie praghesi stracolme di libri usati e antichi, divengono il mondo in cui ama sprofondarsi. Malgrado tutto, la nostalgia per il silenzio del deserto colmo di tensione nascosta e il richiamo dell'accecante verde dei prati primaverili di alta montagna, hanno alla meglio e Marwin torna a Buchara nell'età in cui deve scegliere il suo futuro.
Si iscrive all'Istituto di Arti applicate e Artigianato, specializzandosi in calligrafia. Ben presto resosi conto della sclerosi che avvolge tutto il sistema scolastico sovietico, si vota alla ribellione e fugge. Vaga per i paesi dell'Asia centrale, fa lavori occasionali, partecipa ai movimenti culturali clandestini, vive alla giornata, finché un giorno non entra per caso in una piccola bottega artigianale a Ferghana, non lontano dalla natia Buchara. Qui conosce colui che diverrà suo maestro e guida spirituale Hd. Daud al-Din Sharisbani, umile decoratore di case e pittore di miniature il quale, come Marwin scopre più tardi, è uno degli ultimi membri sopravissuti della leggendaria congregazione dei dervisci danzanti di Buchara, spazzata via dal terrore staliniano degli anni trenta.
Marwin per alcuni anni studia e lavora insieme al maestro – ma prima di varcare la soglia dell’antica abilità del sufismo di "vedere il mondo reale" deve fare una promessa, una specie di sigillo di devozione e prova allo stesso tempo: di non esercitare l'Arte fino al compimento dell'età di 41 anni – che nella tradizione centroasiatica è il numero magico per eccellenza.
Dopo il lungo apprendistato, Marwin torna alla vita nomade, ma questa volta con lo scopo preciso di approfondire le proprie conoscenze e abilità. Vive tra i pastori di cavalli sulle montagna, conosce il mondo popolato di miti e tradizioni orali, i cui portatori sono i "moldo" – veggenti tagichi, esorcisti buryati e guaritori sciamanici kirgisi, imparando da loro l'arte della "mescheness" – l‘antica via di meditazione mistica.
Successivamente si riunisce con la famiglia a Praga, frequenta l‘università, compie viaggi di studio in Europa e vicino Oriente, visita millenari centri kabbalistici a Safed e scuole sufiche a Istambul.
Infine si stabilisce in Italia dove per alcuni anni esercita mestieri poco appariscenti: imbianchino, attore di teatro lirico, adetto alle pulizie, operaio, ferroviere, traduttore, insegnante di lingue e allevatore di cavalli.


Il tempo dissuggella il giuramento: a 41 anni, Marwin ricomincia a disegnare e dipingere. Nel 2007 organizza le prime mostre informali, e, soprattutto, getta le basi della disciplina in cui riesce a intrecciare le radici orientali con l’ambiente italiano dando vita a: l'Archeologia creativa.

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